Al momento stai visualizzando Come una pubblicità nata con buone intenzioni può diventare uno spot per instillare aggressività negli uomini verso le donne colleghe di lavoro.
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La provocatoria campagna pubblicitaria di Marion Cotillard con cui si chiede agli uomini di guardare negli occhi le colleghe invece che il seno non tiene conto del fatto che guardare negli occhi qualcuno nel linguaggio corporeo maschile è l’atto più aggressivo che esista. In questo articolo vi spiego perché e in che modo questo invito è secondo me altamente controproducente e perché è viziato dalla diffusa scarsa conoscenza femminile del mondo maschile.

 

 

 

 

Lo spot ha avuto un grande eco sulla stampa nazionale e immagino anche internazionale. Marion Cotillard si mostra con un paio di piccoli seni finti incollati sulla fronte al fine di chiedere agli uomini di guardare le colleghe negli occhi e non il loro decoltè. In teoria la cosa sarebbe anche lodevole se non fosse viziata da alcuni errori di fondo. Nel prosieguo illustrerò prima perché guardare per più di qualche istante negli occhi una persona sia un atto di grandissima aggressività, poi perché questa campagna sia controproducente e come secondo me la cosa andrebbe correttamente affrontata.

Perché guardare qualcuno negli occhi è un gesto aggressivo?

E’ cosa nota: se due uomini si guardano negli occhi, senza che nessuno abbassi lo sguardo, verranno presto alle mani. L’esempio classico è quello di due pistoleri che si affrontano in duello. Tanti film ce li mostrano l’uno di fronte all’altro con le mani vicino alle pistole e lo sguardo fisso sugli occhi dell’avversario. Perché avviene questo?

Una massima del Tai chi recita:

se il tuo nemico non si muove tu non muoverti
se il tuo nemico si muove tu muoviti prima di lui.
 

Questa frase all’apparenza insensata racchiude invece millenni di saggezza. Ogni azione pianificata nasce sempre prima come pensiero nel cervello e poi si trasmette all’arto che la eseguirà. Il pistolero non guarda le mani dell’avversario, perché quando queste afferreranno le pistole il nemico avrà accumulato troppo vantaggio, cerca invece di intercettare il momento in cui il pensiero sta per diventare azione, cosa che può essere tradita principalmente dagli occhi. Il pistolero potrà avere maggiori speranze di vincere sfruttando il fatto che il pensiero razionale, necessario alla pianificazione di un’azione, è più lento della risposta istintiva per l’ovvio motivo che evoluzionisticamente parlando la risposta ad un pericolo deve avere una corsia preferenziale . Ovviamente il discorso non vale nel caso di innamorati o comunque di interesse sentimentale o anche sessuale, (i cosiddetti occhi dolci), perchè si tratta di cosa ben diversa e lo sguardo fisso negli occhi dell’altro trasmette volutamente passione, interesse o adorazione.

 

Come un uomo segnala di non voler aggredire chi gli sta di fronte?

Michael Argyle ha verificato che anglofoni ed europei guardano l’interlocutore in media il 61% del tempo. Quando parlano guardano l’interlocutore per il 41% del tempo e guardano l’interlocutore per il 75% del tempo di quando ascoltano, per il 31% del tempo di comunicazione invece gli sguardi si incrociano. La durata media dello sguardo è di 2,95 secondi e la durata media dello sguardo reciproco è di 1,18 secondi. Nelle altre culture, la giapponese ad esempio, il contatto visivo è ancora più basso perchè considerato molto più minaccioso. Ovviamente nessuno di noi si mette a cronometrare gli sguardi, sappiamo istintivamente come comportarci e come dosare il giusto incrocio di sguardi che segnala interesse senza travalicare ed entrare nella modalità aggressiva.

Se, come abbiamo visto, incrociare lo sguardo per più di qualche istante segnala ostilità allora un uomo per segnalare la sua inoffensività abbasserà lo sguardo. In questo modo è come se dicesse: io non ti guardo negli occhi e quindi mi rendo indifeso, non posso capire se e quando stai per colpirmi. Normalmente in una comunicazione tra uomini gli sguardi si incrociano solo per pochi istanti e uno dei due abbassa gli occhi, in genere questo avviene a turno anche se inconsapevolmente e qualora ci fosse un rapporto gerarchico il subalterno abbasserà gli occhi più frequentemente, la stessa cosa farà il timido. Nel mondo animale anche molti primati fissano negli occhi l’altro prima di aggredirlo e abbassano gli occhi per segnalare di non voler combattere.

 

Perchè lo spot è controproducente?

Allan e Barbara Pease, (nel loro saggio “perchè mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi”), dicono che se è vero che un atteggiamento mentale si riflette nella postura del corpo è anche vero che la postura del corpo genera l’ atteggiamento mentale associato. Per esempio, una delle prime cose che spiega chi fa un corso sul linguaggio del corpo è che se l’altro ha un atteggiamento di completa chiusura (ad esempio gambe incrociate e braccia conserte) è praticamente impossibile fare breccia. Un venditore, ad esempio, per uscire da questa situazione deve porgere qualcosa al suo possibile cliente o magari farlo avvicinare al tavolo o mettere in essere altri trucchi capaci di fargli assumere una postura di apertura che quindi si rifletterà sul suo atteggiamento mentale rendendolo maggiormente recettivo all’ascolto.

Se quindi una postura genera l’atteggiamento corrispondente allora spingere gli uomini a sforzarsi di guardare per più di qualche istante negli occhi una donna in un colloquio in ambiente lavorativo equivale nel migliore dei casi a metterlo in forte disagio e nel peggiore dei casi a spingerlo istintivamente ad atteggiamenti ostili o di sfida che magari in condizioni normali non avrebbe avuto.

Sostenere lo sguardo è una frase che in qualche modo genera ammirazione perché generalmente usata per indicare chi, in condizione di manifesta inferiorità come ad esempio un prigioniero verso il carceriere o lo studente verso il professore che lo rimprovera, invece di abbassare lo sguardo sfida palesemente il suo interlocutore incrociando con insistenza gli occhi dell’altro. Dio non voglia questa campagna avesse effetto e convincesse gli uomini della necessità di guardare sempre la donna negli occhi, (e convincesse le donne che questo sia necessario), cosa succederebbe nel caso di uomo con qualifica inferiore che si sforzasse di compiere questa azione innaturale nei confronti di una donna con qualifica superiore? Lui dialogherebbe tranquillamente o entrerebbe istintivamente nella modalità sostengo lo sguardo quindi sfida estrema?

 

Qual è il sistema corretto per affrontare questa problematica ?

E’ innegabile che gli uomini guardino il seno delle donne, si tratta di un comportamento istintivo come quello delle donne di dare uno sguardo all’inguine degli uomini in quanto le informazioni sul sesso di chi sta di fronte sono di grande importanza. La cosa per le donne era poco evidente fino all’arrivo dei sistemi di rilevamento computerizzati perché il campo visivo femminile è più largo e più corto rispetto a quello degli uomini (Allan e Barbara Pease) per cui una donna può dare facilmente l’impressione di guardare il volto mentre da un’occhiata all’inguine per capire se ha di fronte un uomo o una donna.

E’ anche vero che il seno sia un elemento femminile estremamente attrattivo per gli uomini e per un terzo circa degli uomini costituisce addirittura la parte anatomica maggiormente attrattiva. Un seno generoso e ben valorizzato dal decoltè è una fonte di distrazione notevole a cui un uomo si può opporre solo grazie ad uno sforzo di volontà che comunque lo distrarrebbe addirittura maggiormente da quanto la donna ha da dire.

Se si vuole focalizzare l’attenzione solo sulle cose che si hanno da dire allora l’unica soluzione è coprire il decoltè, assumendo sul lavoro un abbigliamento professionale ed evitando soprattutto situazioni tipo vedo non vedo che sarebbero anche peggiori rimandando a momenti extra lavorativi la valorizzazione della propria femminilità.

Sono sicuro che molte lettrici mi diranno: ma io ho un seno non vistosissimo e giro sempre (in inverno) con due maglioni eppure gli uomini mi guardano sempre il seno.

Se avviene questo in una situazione che la stragrande maggioranza degli uomini considererebbe poco significativa e men che meno attrattiva allora forse è il caso di porsi una domanda: mi guardano il seno o mi stanno dicendo che non sono ostili?

 

Conclusioni

Nel mio piccolissimo anche io mi occupo di marketing e ricordo sempre a me stesso che quando si vanno a toccare meccanismi evolutisi in decine di migliaia di anni bisognerebbe fare attenzione e preoccuparsi anche di come il messaggio potrebbe essere recepito e metabolizzato da una massa non targhettizzata di individui. Siamo proprio sicuri che rispetto a gravi problematiche dei nostri tempi, quali ad esempio l’anoressia, il mondo della comunicazione e del marketing sia completamente innocente?

 

 

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